Le opere pittoriche di Giuseppe Ascari seguono un duplice percorso espressivo.

Una prima formulazione artistica riferentesi a una data precoce della sua attività si avvale di soluzioni figurative che  muovono dall'attento studio dei dati reali tradotti in un gradevole decorativismo da illustratore favolistico.
I temi prediletti sono paesaggi e raffigurazioni di animali entro scenari naturali dipinti su carte acquerellate con colori nitidi e come di smalto.
Queste immagini si estrinsecano su scale dimensionali variabili, consentendo agevoli possibilità di lettura anche nel fenomeno minimo del francobollo.
L'altra matrice espressiva di Ascari, sviluppatasi nel corso degli ultimi anni, è puramente istintiva, individuabile sia in un primitivismo che si esercita soprattutto nella rappresentazione giganteggiante della figura umana che in un astrattismo oscillante tra moduli geometrizzanti di carattere decorativo ed esplosioni cromatiche.
Le sagome che definiscono i volti e i corpi degli anonimi personaggi sono tracciate con tratti marcati che evidenziano una semplificazione e robustezza plastica delle forme di ascendenza espressionistica; consonanze più dirette si stabiliscono con l'accesso e segnaletico colorismo del contemporaneo graffitismo metropolitano.

Anna Imponente

Dall'Albo dei pittori e degli scultori 2001 dell'ENAP

Da oggi quattro francobolli per la protezione dei boschi

ome tutti coloro che si occupano di natura e di filatelia ben sanno, il nostro Paese è quello in tutto il mondo che meno ha utilizzato i suoi francobolli per diffondere e propagandare l'amore per la natura. Tranne una serie di quattro francobolli di molti anni fa, dedicati ai parchi nazionali e di altri quattro in occasione della campagna "Il mare deve vivere" del WWF, gli unici animali che mai hanno goduto dell'onore di figurare in quella piccola galleria che sono le emissioni filateliche nazionali sono state delle api (simbolo di operosità) in onore dei cavalieri del lavoro e delle pecore vaganti in un paesaggio di ruderi per un anniversario oraziano.
Le poche volte che qualche specie vegetale è comparsa si è trattato sempre di specie esotiche coltivate come il garofano o il ciclamino persiano.
Perciò il fatto che oggi, 24 aprile 1984, il Ministero delle Poste abbia emesso una serie di quattro valori con il motto "Salvaguardiamo i boschi" è un fatto davvero confortante. I quattro francobolli, di 450 lire di valore facciale, illustrano l'azione del Corpo Forestale dello Stato con i suoi simboli e un elicottero e finalmente tre scene di natura, opera del pittore Giuseppe Ascari. In esse, accanto alle immagini delle tre grandi minacce per le foreste (il fuoco, i rifiuti, l'edilizia), compaiono garbate composizioni in cui figurano, finalmente, cinghiali e tassi, upupe e farfalle, funghi e lepri, rose.
Si spera che dopo questo inizio le Poste Italiane dedichino, come il WWF richiede, almeno altri quattro valori a due piante e due animali in estinzione. Non c'è che l'imbarazzo della scelta: il lupo appenninico o la lontra, la primula di Palinuro o l'abete dei Nebrodi, la salamandrina dagli occhiali o il cavaliere d'Italia.

Fulco Pratesi

Dal Corriere della Sera del 24 aprile 1984

Fauna e flora in pericolo

Dopo la felice esperienza dello scorso anno, i quattro valori dedicati alla "Salvaguardia dei boschi", l'artista Giuseppe Ascari ha fatto nuovamente centro con altri quattro francobolli italiani. Si tratta della serie "salvaguardia della natura" che proprio a partire da oggi la nostra Amministrazione postale mette in circolazione. Quattro valori, tutti da 500 lire, con disegni che raffigurano animali e piante in pericolo. Per la fauna: la Lontra Europea ed il Cavaliere d'Italia; per la flora: la Primula di Palinuro e l'Abete dei Nebrodi. Come abbiamo già accennato ci troviamo di fronte, a nostro giudizio, a quattro francobolli decisamente belli, sia per la scelta dei soggetti che per la raffinata esecuzione realizzata dall'artista. Anche la stampa, curata come sempre dall'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, ci sembra ben realizzata.

Maurizio Tecardi

Da Il giornale, giugno 1985

Sentimento del paesaggio

Quel grande artista e maestro che fu Nino Costa compendiava i suoi ideali in una frase che soleva ripetere continuamente ai numerosi allievi che lo seguivano a dipingere all' "aria aperta" da Bocca d'Arno alla Valle Ariccina: " fare l'artista sol quando uno ama tanto l'Arte da non poter essere capace di far qualunque altra cosa al mondo. "
Corrisponde perfettamente a questo insegnamento l'attività artistica che, con passione, coerenza e grande sensibilità, Giuseppe Ascari da diversi anni sta portando avanti spesso anche con grande sacrificio.
Più che sui numerosissimi e sempre più frequenti riconoscimenti artistici meritatamente conquistati da Ascari, preferisco soffermarmi sulle capacità pittoriche di questo artista, in particolare quella acquerellista, sulla notevole padronanza della tecnica acquisita e sulla rapida quanto piacevole esecuzione.
Il lungo e tenace avvio come grafico, illustratore e felice realizzatore di bozzetti per francobolli, sia per l'Italia che per San Marino, hanno lasciato il segno indelebile del disegnatore puntuale ed incisivo, immediato e robusto, sfumato e pur sobrio, convinti sempre di più che per dipingere è necessario saper prima disegnare.

Renato Mammuccari

Presentazione della mostra personale a Villa d'Este (Tivoli, 1987)

Strappare alla materia la luce e riportare dell'immagine il momento più elementare ed essenziale, fino ad escludere ogni descrittivismo, può sembrare una pratica che Giuseppe Ascari abbia sperimentato durante la sua frequentazione (didattica) dei maestri della luce e della sintesi, come Turcato e Monachesi. Ma se si pensa che in Ascari è connaturata la ricerca del segno come momento significante del suo linguaggio insieme pacato e poetico, cioè " lingua propria, con una impronta tipica ad una manifestazione di sensibilità personale " (Dictionnaire des Beaux-Arts, voce gravure di Eugène Delacroix, del 1857), ci accorgiamo che Ascari ha trovato nella pratica dell'arte ciò che cercava e che gli era consustanziale.
In questo senso le valenze della luce, emerse dal sottofondo della materia vivente, e il significato del segno grafico che rende leggibile i contenuti della natura (regno animale e regno vegetale), concorrono al potenziamento dell'espressione, sicché il traslato immaginazione-realtà e segno-luce impone la sua funzione espressiva e significativa, più essenziale che non l'ambiente ottico e mimetico vero e proprio. Da qui la suggestione dei suoi acquarelli, in cui non avverti fin dove le velature luminose appaiono rispettose della struttura dell'ambiente; soprattutto la sintesi della grafica dei suoi pannelli, dei suoi murales, gravures e finanche della essenzializzazione miniaturistica del francobollo (realizzato per le poste italiane e di San Marino), in cui la visione dell'ambiente, finanche la persuasione ecologica e la istanza illustrativa e iconografica, sono dominate dall'esecuzione, abbreviata e scandita, sicché ogni intima condizione dell'essere trova una sua giustificazione e uno svolgimento consono alla fondazione dell'evidenza espressiva, come segno (o come sogno?) d'arte.

Luigi Tallarico

Una vita per l'arte

In trent'anni di ricerca e sperimentazione artistiche, Giuseppe Ascari continua a dare prova della sua prepotente validità segnica. I suoi paesaggi ricchi di immagini ben costruite ci mostrano un artista che sa comporre con agilità e tanta fantasia. Fantasia che si è liberata ora delle regole ma sa conquistare quella valenza, spesso ironica, che il disegno gli consente. Anche il colore ben impaginato e dosato sa rendere i suoi quadri gradevoli e ricchi di effetti. I premi che hanno costellato la sua lunga carriera ne sono la riprova.
Quando punta sul primitivismo o sull'astrazione la sapiente mano e il senso acuto delle tinte gli consentono di esprimersi felicemente mantenendo quella dignità pittorica che è, e rimane, elemento costante della sua severa formazione. La sintesi espressionistica di cui spesso si avvale, pur seguendo la miglior tradizione, si palesa con accenti eminentemente personali e risultati degni di attenta considerazione.

Gianni Franceschetti

Da Rinascita del 26 febbraio 2000